Tuesday, January 10, 2006

lipogramma in V



Era il tramonto, pieno di fiumi caldi intorno alle cime: le fronde delle farnie afferrano luccichii metallici agli aliti languidi del rezzo; frotte di uccelli bradi fendono in alto l’aria rossa perdendosi; e dalla parte delle miniere di Manoppello sopraggiungono buffi pregni di asfalto, a tratti; e a tratti arriva anche la cantilena ultima della capraia là fra mezzo ai ginepri d’una bassura.
I porci si tirano dietro la pinguedine degli addomi giù per la discesa tutta (invermigliata???purpurea???) di lupinella in fiore; Tulespre dietro, ricanticchia lo stornello dei garofani, tende a volte l’orecchio se gli giunge anche un palpito di suono femminile. Era silenzio; ma dal silenzio sgorgano mille suoni indefinibili, ma le preghiere si estendono di chiesa in chiesa con un ondeggiamento leggero di malinconia. E come gli alberi intorno germogliano profumi di donna per Tulespre innamorato!
Uscirono dalla strada maestra: da’ lati le fratte si assopiscono sotto la cenere, un biancore dubbio si protende innanzi nella chiarità plenilunare; dalla macchia scura del branco qualche grugnito sommesso, poi la peste monotone, monotono il cantilenare dei carrettieri, lo scampanellare delle alfane stanche, in quella immensa calma di frescura, di fragranza e di luce.


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